lunedì 17 novembre 2014

ROMANIA: IL NUOVO PRESIDENTE E' IOHANNIS. SCONFITTO PONTA (E I SONDAGGISTI)

Klaus Iohannis, sindaco di Sibiu ed esponente della minoranza tedesca, è il nuovo presidente della Romania. Una vittoria a sorpresa che smentisce i sondaggi che anche alla vigilia del voto davano per vincente il premier socialdemocratico Victor Ponta. Da notare che il 55% dei voti per Iohannis sono più o meno la percentuale che le rilevazioni attribuivano a Ponta che, da parte sua, ha invece incrementato appena i voti del primo turno (dal 40 al 45%). Una vittoria storica per il leader liberale che in solo due settimane è riuscito a recuperare uno svantaggio enorme e ad infliggere a Ponta un distacco pari al vantaggio che quest'ultimo aveva sul neo presidente dopo il primo turno.

I primi commenti attribuiscono la disastrosa performance di Ponta alla pessima gestione del voto dei romeni all'estero. La comunità romena che vive fuori dai confini del Paese, infatti, ha votato in maggioranza per Iohannis e anche in Romania la solidarietà per gli emigrati a cui era stato in pratica negato il voto nel primo turno ha avuto un peso non secondario: migliaia di persone sono scese in piazza anche ieri per chiedere che venisse prolungato il termine di voto per l'estero, dove moltissimi romeni sono stati in coda ore per esprimere il proprio voto (con momenti di tensione e tafferugli a Parigi e a Torino). Il totale dei votanti della diaspora (360 mila), che conta più di tre milioni di persone, è stato più del doppio del primo turno quando erano andati alle urne in 150 mila. L'affluenza più alta è stata registrata in Italia, in Spagna, Moldova, Gran Bretagna, Germania e Francia.


Dunque ha vinto l'outsider, candidato liberale, sindaco di Sibiu, protestante in un Paese in maggioranza ortodosso, che evidentemente è riuscito a portare ai seggi e a dirottare su di sé anche il voto di una parte degli scettici e dei delusi (come dimostra l'aumento dell'affluenza tra primo e secondo turno). A favore di Iohannis anche l'errore madornale commesso da Ponta con il taglio dei seggi per il voto all'estero al primo turno che ha provocato proteste massicce anche in patria causando le dimissioni del ministro degli Esteri Titus Corlatean. Chi non si vuole dimettere, invece, almeno per il momento, è Ponta, che ha dichiarato di voler continuare fino alla fine del suo mandato.

Da segnalare che il neopresidente aveva ricevuto l'aperto sostegno di Angela Merkel: la cancelliera tedesca può così annoverare l'ennesimo successo e un ulteriore alleato in Europa. A Ponta, invece, era arrivato l'appoggio di Matteo Renzi in visita a Bucarest, giovedì scorso, sulla strada del G20 in Australia. "Queste sono ore sono decisive, i prossimi tre giorni cambieranno i prossimi anni in Romania e credo tutti insieme potremo cambiare i prossimi anni in Europa”, aveva detto Renzi aggiungendo essere andato a Bucarest non solo perchè “amico di Victor”, ma perchè convinto che Ponta “possa aiutare l'Europa a essere più forte e migliore”. “Dobbiamo cambiare tante cose insieme”, aveva aggiunto il premier italiano. Certo potranno provare a farlo, ma con Ponta primo ministro e non presidente.

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