lunedì 3 novembre 2014

BOSNIA: DOPO LE ELEZONI QUALI PROSPETTIVE PER UN PAESE DA TROPPO TEMPO BLOCCATO

Tonino Picula
Di Marina Szikora
“La madre di tutte le ragioni di stagnazione in Bosnia Erzegovina sono i suoi politici”: cosi' l'europarlamentare socialdemocratico croato, Tonino Picula e lo riporta in questi giorni il quotidiano della di Sarajevo 'Oslobodjenje'. In una intervista all'agenzia turca Andolija, scrive 'Oslobodjenje', Picula ha sottolineato che l'Ue valutara' il futuro potere in Bosnia, il quale si formera' dopo queste ultime elezioni, in base al loro lavoro e impegno relativo agli obblighi ed impegni attesi da parte di Bruxelles. Picula rileva che l'Ue si aspetta innanzitutto che il governo implementi la sentenza della Corte europea per i diritti umani nel caso Sjedic-Finci, osservando che per questo e' necessaria la modifica della Costituzione. Aggiunge che l'Unione Europea, oltre agli obblighi espressi finora, non chiedera' nulla di nuovo alla Bosnia. L'europarlamentare croato ha sottolineato che vi e' un set di criteri e una chiara mappa di cammino. In questo senso, esiste l'obbligo di implementare la sentenza Sejdic-Finci nel tessuto costituzionale, vale a dire l'obbligo di modifica della Costituzione della Bosnia. Quindi, gli obblighi esistono, ma non si aggiunge niente di nuovo, adesso si aspetta la realizzazione dell'imposto da parte dei politici del paese. “E' importante questo primo passo e spero che molto presto lo vedremo compiuto dopo la formazione del governo” ha detto Picula. Ha osservato inoltre che la valutazione sulle vicende nella regione durante l'ultimo anno e' stata presentata nel miglior dei modi nel rapporto annuale della Commissione europea e ha sottolineato in particolare il fatto che la Bosnia insieme al Kosovo si trova proprio in fondo alla scala. “Nove stati si trovano nella sala di attesa, purtroppo la Bosnia oltre al Kosovo si trova agli ultimi posti. Non si tratta di una valutazione approssimativa, essa e' argomentata”, spiega Picula e aggiunge che la Croazia continuera' ad impegnarsi per l'ingresso dei paesi della regione nell'Ue. Si tratta dell'interesse nazionale prioritario della Croazia, precisa l'europarlamentare croato. La Croazia in questo momento confina con tre stati che si trovano a vari livelli di negoziati con Bruxelles: Serbia, Montenegro e Bosnia. La fine della transizione croata non e' stato il 1 luglio 2013 quando la Croazia ha aderito all'Unione Europea ma lo sara' invece il giorno in cui anche l'ultimo paese vicino entrera' a far parte dell'UE, ha detto Picula il quale viene qualificato come il politico croato di grande esperienza.

Tonino Picula ammette comunque che la politica dell'allargamento gia' da tempo non e' la priorita' dell'Ue e aggiunge che molti cittadini dei paesi membri ritengono che i nuovi stati membri porterebbero alla crisi economica e sociale. Per quanto riguarda le ragioni di un tale ragionamento, Picula e' dell'opinione che si tratta da una parte della paura dei cittadini dei vecchi paesi membri che l'allargamento abbia portato all'incertezza sociale relativa ai posti di lavoro e al calo della qualita' dei servizi pubblici. Sotto pressione da parte dei partiti populistici della destra, i cittadini hanno accettato che le cause stanno nel fatto dell'allargamento del 2004 e 2007. Ma l'eurodeputato socialdemocratico croato e' convinto che si tratta di un ragionamento che non ha fondamenta. La responsabilita' non e' dell'allargamento, afferma Picula, perche' l'allargamento e' una delle politiche di maggior successo dell'Ue dalla sua istituzione. Picula sottolinea che tutti i paesi dei Balcani aderiranno all'Ue dopo il 2020. “Io penso che ci sara' nuovamente un 'big bang', vale a dire un grande allargamento. Lo potremmo localizzare dal punto di vista del tempo soltanto dopo il 2020 perche' credo che i prossimi cinque anni nei paesi della regione verranno utilizzati per effettuare delle serie riforme affinche' i paesi dell'Ue si possano convincere che sia arrivato il tempo per un nuovo allargamento” ha detto Picula. Infine, il membro del Parlamento Europeo, gia' ministro degli esteri croato, ha rilevato che l'Europa sara' al suo completo soltanto con l'adesione della Turchia. “Si tratta di qualcosa che e' inevitabilita' storica. Ma quando cio' accadra' dipende da tutta una serie di fattori. La Turchia deve convincere l'Europa, come del resto ogni altro stato, qual'e' il suo valore aggiuntivo, perche' l'Ue e' molto piu' forte, piu' stabile e piu' prospera con la Turchia che senza di lei” ha concluso Tonino Picula.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 2 novembre a Radio Radicale

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