giovedì 29 maggio 2014

LE ALLUVIONI NEI BALCANI: CONSEGUENZE E PREOCCUPAZIONI

Bosnia: la città di Doboj invasa dalle acque
Di Marina Szikora
Lunedi' i ministri di salute di Serbia, Croazia e Republika Srpska, l'entita' a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina hanno concordato una comune strategia per far fronte alle conseguenze delle alluvioni che hanno colpito recentemente i tre Paesi. A Morović, un villaggio della Serbia colpito altrettanto dalla catastrofe, i tre ministri hanno concordato che tutte le istituzioni lavorino congiuntamente affinche' davanti all'Unione Europea e all'Organizzazione mondiale della sanita' non si presentino diverse posizioni e richieste. La comunicazione tra i ministeri di salute nella regione in questi giorni e' molto intensa, hanno confermato i ministri. Il ministro della salute croato, Rajko Ostojić, ha detto che vi e' un consenso assoluto che e' necessario, come primo passo, una disinfestazione contemporanea contro le zanzare nelle zone alluvionate e ha spiegato che si tratta di un'area di oltre 100 mila ettari. Il direttore dell'Istituto per la salute pubblica serbo, Dragan Ilić, ha valutato di non aspettarsi una epidemiologia di grandi dimensioni e che la cosa piu' importante e' garantire l'acqua potabile. Il maggiore pericolo potenziale e' la febbre del Nilo occidentale che viene trasmessa dalle zanzare. Il ministro della Republika Srpska ha detto che la situazione piu' difficile e' quella di Šamac e Doboj poiche' si tratta di citta' completamente devastate.

In Serbia, di giorno in giorno la situazione si sta normalizzando. Nelle alluvioni hanno perso la vita in tutto 35 persone mentre sono state distrutte oltre 3.500 case e abitazioni. Il ritorno a Obrenovac, la localita' maggiormente colpita e in alcune altre zone, anche se l'acqua si e' ritirata, non e' ancora possibile perche' e' necessaria la disinfestazione. Al tempo stesso, dopo pressioni da parte dell'opinione pubblica e polemiche se alcune vittime e proprieta' potevano essere salvate, sono state annunciate indagini sull'eventuale responsablita' delle autorita' locali. Lo ha confermato il premier della Serbia, Aleksandar Vučić, il quale visitando Krupnja, una delle zone colpite, ha promesso che lo stato costruira' e riparera' tutte le case distrutte entro la fine di settembre e rinnovera' l'intera infrastruttura. Va detto che a Krupnja oltre 200 famiglie sono rimaste senza tetto. Gli abitanti di Obrenovac, invece, un comune nei pressi di Belgrado, affermano che una vita normale non sara' possibile almeno per due-tre mesi poiche' e' impossibile prosciugare completamente le case e gli appartamenti alluvionati. Purtroppo, lunedi', dopo una abbondante pioggia nella zona di Kragujevac, una cinquantina di persone dovevano essere evacuate e l'acqua e' entrata in molte abitazioni.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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